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E' d'obbligo invece soffermarsi su quel che avvenne ai primi
decenni dell'Ottocento, allorchè si verificÚ un intervento
massiccio sulla struttura in occasione della erezione di un altare nuovo.
Dopo diversi progetti prevalse quello dell'architetto Giulio Aluisetti
che vi eresse l'altare attuale, già dai contemporanei molto
criticato per la sua imponenza entro un vano relativamente piccolo.
Ma
proprio il nuovo altare sta all'origine di un progetto di radicale
e articolata trasformazione interna della basilica, che fu ridotta ad una
uniformità innaturale.
Pareti, volte, pilastri furono interamente
ricoperti di uno strato di malta dipinta a strisce bianco e azzurro a volerne
simulare i marmi delle basiliche toscane.
I pilastri furono coronati
da uniformi capitelli in gesso che andavano a sostituire quelli preesistenti
tutti differenti; qua e là furono rigonfiati con l'appoggio
di lesene in mattone e la ridefinizione di nuove arcature; per modificare
l'ingresso ai due transetti furono demoliti persino quattro pilastri
e ridisegnate nuove cupolette con cordli di cemento invece che a mattone.
Il nuovo altare neoclassico fu l'avvio di una trasformazione della
chiesa che celÚ totalmente i segni dell'impianto paleocristiano
contribuendo a far credere che la basilica fosse di origine romanica.
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